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Antonio Canepa

In piedi, signore e signori! Oggi fa il suo ingresso in questa rubrica nientemeno che il poeta per antonomasia de "La Via del Sale", colui che è stato uno dei padri fondatori del nostro sodalizio e suo primo presidente, l'uomo che, per usare un'espressione tanto abusata, quanto talmente acconcia da parer nata apposta per definirlo, è l'indubbia "memoria storica" di Pontedecimo e del suo centro storico, insomma, cari Soci, ecco a voi Lui, il "nostro" Tonino, il grande Antonio Canepa. Per prima cosa, permettetemi di bandire subito da queste righe l'espressione spesso attribuitagli di "poeta dialettale", ciò sia perché egli scrive brillantemente in entrambe le lingue, l'italiano ed il genovese, sia per il mio ritenere quest'ultima, al pari di tutti gli altri nostri idiomi regionali, una "lingua", appunto, e non un "dialetto". Il genovese ha difatti una grammatica, una sintassi, una costruzione verbale e tutta una serie di regole analoghe a quelle d'ogni altra lingua nazionale, perciò ad esser considerati dialetti saranno semmai le sue innumerevoli varianti locali, le cui differenze di pronunzia e terminologia distinguono in modo sovente assai netto non solo la parlata d'un Genovese da quella d'uno Spezzino o d'un Sanremese, ma persino quella d'un abitante di Portoria da quella d'un suo concittadino, almeno sulla carta, di Rivarolo, di Pegli o di Struppa. Chiusa questa parentesi, torniamo al nostro protagonista, questo prestigioso autore di versi e prose dalla raffinata e struggente semplicità, vergati, per così dire, con un occhio al cielo ed uno alla terra. Tonino è dotato, infatti, sia d'un fortissimo senso del trascendente, che lo ha spinto tempo addietro a addentrarsi negli oscuri meandri del paranormale ed è alla base della sua ricerca sulla figura della "Dea Madre", fonte d'una straordinaria collezione di copie d'autore dei simulacri di questa divinità comune alle culture ed alle religioni d'ogni epoca, dalla Preistoria ad oggi, sia di un'altrettanto intensa umanità, che lo rende particolarmente vicino ai soggetti più emarginati o vilipesi della società. Queste due dimensioni hanno generato lavori apparentemente antitetici, quali, da un lato, la sua bellissima versione genovese del "Padre Nostro" e, dall'altro, il godibilissimo libro intitolato "Donne, scignóe e sante", dedicato al mondo delle prostitute. Vincitore d'un'infinità di premi e riconoscimenti, ottenuti partecipando ad un incalcolabile numero di concorsi locali, regionali e nazionali, Tonino è anche, come già accennato, un cultore della storia di Pontedecimo e del suo Borgo, nel quale la sua famiglia gestì per decenni una rinomata osteria, all'angolo fra le odierne Via Beata Chiara e Via San Bonaventura, nonché un profondo amante e conoscitore del centro storico di Genova, dove potrebbe guidarvi in incredibìli escursioni lungo i suoi "carruggi", facendovi scoprire gli aspetti più curiosi e segreti d'ogni angolo, dalla mistica cupezza delle antiche chiese medioevali, ricche di storia e devozione, allo squallore tanto sordido, quanto intriso d'umana malinconia, dei "bassi" consacrati al meretricio. Buongustajo amante della buona cucina ed ancor più del buon vino, argomento sul quale ha ben pochi rivali, Tonino vanta anche una sorella, Maria Grazia, meritevole d'una citazione giacché trattasi d'un altro Socio d'altrettanto antica data e che ha sempre dato lustro al nostro Circolo. In conclusione di queste righe, sicuramente troppo scarse per parlare compiutamente d'un uomo ed un artista del calibro di Antonio Canepa, vi invito sia alla lettura dei suoi scritti, facilmente fruibili nella biblioteca sociale e da godere sorseggiando magari un bicchiere di passito, ma, soprattutto, a partecipare ad una delle serate del martedì che d'ogni tanto ci capita di tenere a casa sua, come accadeva ai tempi eroici dei primordi del Circolo, ed a lasciarvi incantare dall'ascolto d'una poesia o d'un racconto letti dalla sua viva voce sotto gli occhi delle decine di Buddha e divinità orientali, di elefanti, di Veneri e Madonne e di quadri e sculture d'autore che riempiono letteralmente scaffali, mensole e pareti di quella sorta di santuario laico dell'Arte e del misticismo. Venite, dunque, ascoltate ed intrattenetevi più possibile con Tonino e, forse, quando uscirete, avrete scoperto qualcosa di più sull'umanità e su voi stessi.

Auf Wiedersehen.

Paolo Oneto

 
 


 

Maristella Cuccadu

Dopo aver dedicato varie edizioni di questa rubrica a Soci di recente iscrizione, parliamo oggi di un personaggio, perché tale è, che si pone addirittura fra i padri fondatori del nostro Circolo e del quale è da sempre una delle sue principali anime: Maristella Cuccadu.
Ebbene sì, è proprio lei, il Presidente per antonomasia, il folletto imprendibile, il demonietto tentatore, la mente vulcanica perennemente pronta a riversare sulle teste di noi poveri Soci torrenti d’idee travolgenti come lava incandescente.
Cosa dire di questa figura eclettica e trascinante, oggetto dell’amor folle di tanti quanto dell’odio feroce di altri, sempre pronta ad entusiasmarsi di fronte a qualsiasi nuova impresa d’ogni sorta e sempre capace di trovare incredibilmente il tempo per gestire dieci cose contemporaneamente?
Prima di tutto, che fra tutte queste doti cela un’incapacità: quella di lanciarsi da sola nelle iniziative che scopre od inventa, non per vigliaccheria, ovvio, ma per il bisogno quasi fisico di realizzarla in compagnia, possibilmente degli amici o del Circolo, perché Maristella ha dell’attività artistica una visione corale frutto della sua voglia di vivere e del suo amore per la natura e per la gente, quelle stesse sensazioni che la spingono a cercare di portare di continuo l’arte in mezzo alle persone, meglio ancora se all’aperto, per affascinarle, coinvolgerle ed innescare in loro la voglia d’applicarsi, così da far uscire allo scoperto il talento creativo celato in ognuno di noi.
Pittrice e disegnatrice autodidatta, componitrice di racconti e poesie, Maristella ha trovato nella ceramica ed ancor più nella scultura le massime forme espressive del proprio modo d’intendere ed affrontare la vita, con opere intrise di sentimento e poesia, in cui il figurativo d’ispirazione classica si fonde con una fantasia di gusto favolistico e viene ulteriormente esaltato dalla cruda naturalezza dei materiali lasciati spesso grezzi, come l’argilla refrattaria o la terracotta.
Chi non rimarrebbe incantato e toccato dalle amorevoli braccia delle sue figure materne, dai musetti dei suoi gatti e cagnolini, dal gusto tradizionalmente innovativo dei suoi presepi o dal candore quasi lunare dei suoi bimbi? E che dire dei delicati fiori che il suo pennello fa svettare sulle ceramiche?
Elencare le mostre personali e collettive cui quest’abile artista ha partecipato riempirebbe più d’una pagina ed altrettanto dicasi dei premi e riconoscimenti che ha ricevuto nel corso degli anni.
Mi limiterò a citarvi le esposizioni nelle gallerie “Il Borgo” di Pontex; “Amici dell’Arte” e “La Saletta” di Pegli; “Antonelli” di Camogli e “Muggiò Arte” di Milano; quelle alla Loggia della Mercanzia ed al Chiostro del Chiappeto di Genova; al Centro Civico “Buranello” di San Pier d’Arena, al Palazzo Balbi di Campomorone ed al Palazzo Spinola di Cantalupo, mentre sul fronte dei premi ricorderò solo uno fra i più prestigiosi: la “Medaglia d’oro su Targa della Presidenza” ottenuta al Premio Internazionale Permanente “Oggifuturo” nel 2002.
Oltre a riceverne, rammento che Maristella è anche creatrice di premi, giacché molti Enti Pubblici od associazioni private le commissionano targhe e sculture da impiegare a questo scopo.
La sua attività di maggior importanza rimane però l’insegnamento, ennesimo frutto del carattere estroverso e della coralità del senso artistico che la pervadono e la spingono a trasmettere ciò che sa soprattutto ai bambini ed ai ragazzi, dagli alunni di scuola materna sino ai liceali, ma anche agli adulti, attraverso i corsi per principianti che allestisce prevalentemente presso il nostro Circolo.
Il Circolo, appunto, uno degli elementi vitali di Maristella, che vi si dedica anima e corpo.
Esiste da lungi una polemica sulla presunta gestione quasi privata ch’ella farebbe dell’associazione, tendendo ad identificarla troppo con se stessa; quale Consigliere e Vice Presidente posso garantirvi che il Consiglio sviscera e discute, con attenzione e talvolta animosità (ma senza cattiveria), ogni suo progetto, facendo spesso i pompieri, per spegnerne l’irrealistica sete di buttarvisi a capofitto.
In ogni caso, i risultati parlano da soli, perciò: lunga vita al Presidente!
 
                                                                                                            Pàolo Oneto