I ...... P r o f i l i ...... d e i ...... s o c i

[ A | B | C | D | E | F | G | H | I | J | L | M | N | O | P | Q | R | S | T | U | V | Y | Z ]

 
   
 

Oliva Sciacca (Lidia)

Uno degli scopi di questo Circolo è il cercare di far emergere, sviluppare e valorizzare le doti celate o sconosciute di quelle tante persone che vorrebbero avere una vita artistica parallela od integrata alla loro solita esistenza, dipingendo, scolpendo, scrivendo, modellando o creando quant'altro, senza esser mai riusciti ad averne l'opportunità o a trovare l'ambiente giusto per applicarvisi. Lidia è un perfetto esempio di questo tipo di Socio, giacché è, per usare le sue parole, una "casalinga con tanti sogni nel cassetto", primo fra tutti quello, finora irrealizzato (ma non è detto), di recitare commedie in genovese, che, frequentando il ns. sodalizio e amalgamandosi in esso e nelle sue attività, è riuscita a togliersi più d'una soddisfazione e forse finirà quasi per vuotarlo, quel cassetto, se non addirittura ad aprirne degli altri. Ha cominciato avvicinandosi in punta di piedi qualche anno fa, attratta dalle lusinghe dell'amica Maristella (chi, ditemi voi, chi è mai riuscito a salvarsi dalle grinfie di costei?), fornendoci la sua collaborazione per coprire i turni di sorveglianza al concorso dei presepi in miniatura, organizzato assieme alla P.A. "CroceVerde" di Pontedecimo, di cui il marito era un attivo volontario. Poi, un brutto giorno, il suo amato consorte ha dovuto soccombere all'attacco della malattia che da tempo l'aveva assalito e Lidia s'è trovata sola e con tanto, troppo tempo vuoto da riempire. Così, assieme all'amica Anna, vittima d'un'analoga sventura, ha iniziato a frequentare il Circolo con maggior assiduità, diventando una presenza fissa delle serate del martedì, per poi assumere l'incarico tutt'altro che di poco conto di responsabile della manutenzione dei costumi del ns. "Giuoco lungo la nostra Via del Sale". Grazie alle sue sapienti mani, ed all'aiuto di altri esperti Soci, il guardaroba è oggi ben curato e s'è pure arricchito di nuovi capi, utili anche per le rappresentazioni del presepe vivente in cui spesso ci siamo cimentati. Poi, siccome, si sa, l'appetito vien mangiando, battuta che ben s'addice ad un'abile cuoca e pasticcera qual'è, ecco Lidia approssimarsi alla ceramica e dedicarsi, con risultati al di là delle sue stesse aspettative, anche alla poesia. Autrice di versi dai toni essenziali, ricchi di quel malinconico sentimento e della profondità che spesso alberga proprio nella semplicità e non negl'inutili e arzigogolati barocchismi linguistici in cui si torcono certi ben più quotati verseggiatori, essa ci ha presentato opere lodevoli, segnate soltanto dalla facilmente risolvibile incertezza della neofita poco convinta dei propri mezzi, che le hanno immediatamente aperto le porte del Notiziario e della ns. più recente pubblicazione, il volumetto "Di qui non si passa", dedicato agli Alpini ed approntato per la manifestazione sezionale dell'A.N.A. del trascorso 2006, organizzata dal gruppo di Pontedecimo, in occasione del proprio anniversario di fondazione. Aspettando il suo contributo per gli altri libri che il Gruppo Letteratura sta mettendo in cantiere, vedremo quali sorprese. saprà riservarci, sotto la sagace guida di Maristella, con le creazioni di ceramica e terracotta che presto modellerà, sempre che i suoi nuovi impegni di nonna (evviva!) le lascino abbastanza tempo per dedicarvisi. Nell'attesa, chi parteciperà alle serate del martedì potrà godere delle opere d'arte che già cuoce sui fornelli di casa e delle risate provocate dalle sue battute e dal suo, per fortuna, mai domo spirito di goliardica allegria, quindi frequentate, Soci, frequentate, perché è solo attraverso il dialogo, l'ascolto e lo scambio che si può davvero riuscire, come Lidia, a svuotare molti più cassetti colmi di sogni di quanto si possa sperare.

Auf Wiedersehen.

Paolo Oneto

 
 

Roberto Spallarossa

Occupiamocii d'un Socio disceso un dì a Genova dalle colline di Fontanegli: Roberto Spallarossa. Marito di Maristella, Roberto s'è iscritto al ns. sodalizio nel 1994, diventando uno fra i principali esponenti di quel nocciolo duro di Soci "operai" sulle cui spalle spesso si reggono le attività del Circolo, ossia quelli che sono sempre presenti quando c'è da caricare, scaricare e montare reti, tavolini, faretti e quant'altro di utile per allestire mostre e manifestazioni, oppure per spostare mobili, assemblare scaffali, organizzare i rinfreschi alle inaugurazioni, e così via. Fino al provvidenziale arrivo di Silvano Criscino, è sempre stato Roberto che, da solo, s'impaginava, stampava e pinzava le copie del "Notiziario", andando, prima che riuscissimo a renderci autonomi, a ciclostilare ogni mese centinaia di pagine giù in parrocchia, dove, dietro un minimo contributo spese, potevamo usufruire dei loro macchinari, ed è sempre lui a controllare il buon funzionamento delle ns. apparecchiature informatiche, trattando con la ditta fornitrice del servizio di manutenzione e garantendoci costantemente la massima efficienza con la minima spesa. Vanno poi ben rimarcate tutte le occasioni in cui ha assunto la carica di Tesoriere, ufficialmente o a causa d'indisposizioni, latitanze o ritiri dei Soci a ciò incaricati, svolgendo sempre la mansione con la puntigliosa efficienza di chi ha lavorato in banca per una vita ed è avvezzo a muoversi tra bonifici, pezze giustificative e partite doppie, e non va trascurata l'opera di pompierismo che fa, col meditato buon senso di cui è dotato, per spegnere gli ardori di Maristella, quando s'infervora nell'inseguire qualche bella ma faraonica idea destinata a franarci sulla schiena. Accanto a questa misconosciuta mole di lavoro, portata avanti in silenzio e senza proclami, Roberto è anche un artista, impegnato in un'attività che annovera fra noi più d'un virtuoso: la fotografia, una passione amata e coltivata fin da ragazzo e della quale ci ha già parlato tempo fa su queste pagine. La sua prima macchina fotografica fu una "Ferrania Eura 50" da 35mm., di plastica nera e a fuoco fisso, ottenuta agli inizi degli anni '60 con una raccolta di punti della "Mira Lanza". Ne valeva ben 1.500 e i suoi ci avrebbero messo almeno cinque anni prima d'arrivarci, se, per sua grande fortuna, una vicina arresasi alla speranza d'acquisire un altro regalo non gliene avesse ceduti 1.200, consentendogli così di raggiungere la quota. I costi di stampa e dei rullini, rigorosamente in bianco e nero, gli permisero solo dì farne un uso limitato, ma sufficiente a prender la mano, finché, trovato un lavoro sicuro e ben retribuito in una solida banca, poté comprarsi una nuova macchina. Era una "Zenit 50 reflex" di fabbricazione russa, con un obiettivo da 5O mm., ottica intercambiale e tempi d'otturazione "B-500", acquistata da un venditore del mercatino "Shangai" di Via Granisci, tale "Tappo", compensando parte del costo con la permuta della sua vecchia "Eura". Dalla nuova "Zenit" in poi, Roberto approfondì la conoscenza dell'arte fotografica, imparando, attraverso corsi e consigli di amici, anche a sviluppare, a stampare ed a produrre diapositive. La "Zenit" lasciò quindi il campo ad una più moderna "Yashica TL-super" giapponese, con flash e obiettivo base da 5O mm.-1,2, più uno "Zeiss" da 135mm. e un grandangolo da 28mm., che dotò poi anche d'un "Miranda" da 1.000 mm.-4,5 e di tubi di prolunga per macrofotografie; dopo verranno una "Yashica 35" compatta e la macchina digitale con cui scatta e riproduce le immagini che inserisce sulle copertine e all'interno di questo giornale, del quale è stato caporedattore fino al 2006. Pur partecipando con successo alle ns. mostre, Roberto continua a non reputarsi un "fotografo" in senso artistico, ma solo un pensionato che scatta foto per puro diletto. Ricordandovi che è sua l'immagine della tessera sociale del 2000, chiudo sperando d'avervi dato a-meno una minima idea di quanto sia importante per noi la presenza d'un Socio come lui.

Auf Wiedersehen.

Paolo Oneto