I ...... P r o f i l i ...... d e i ...... s o c i

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Luigi Riberti

Come il cognome vi avrà certo suggerito, si tratta del fratello di Filippo Riberti, il nostro poeta del fotogramma in bianconero, eletto nel Collegio dei Sindaci . Al pari del fratello, Luigi è un distinto signore di poche ma incisive parole e dai modi sobri ed allo stesso tempo decisi, la cui espressione dal piglio un po' severo può indurre subito a pensare d'aver a che fare con un tipo altero, ma basta scambiar con lui poche battute per scoprire di trovarsi di fronte ad un classico burbero benefico della migliore tradizione patriarcale ligure. Non è un caso se, quando vi fu da cerner fra i Soci le persone più adatte per ricoprire i ruoli dei "lettori" per il "Giuoco della Via del Sale", ossia i personaggi in costume incaricati di fornire le notizie storiche sui vari luoghi che compongono il percorso, lo scegliemmo da subito per incarnare il Doge Giovanni da Murta: il gusto antico del suo volto maturo e scolpito dal tempo, lo sguardo fiero e sottilmente autoritario e l'aura di saggezza ed esperienza d'uomo vissuto che lo circonfonde ne fanno l'interprete ideale di quel grande reggitore delle sorti della nostra gloriosa Repubblica. Al pari del fratello, anche Luigi ha trascorso la sua vita lavorativa operando nel mondo del trasporto pubblico, ma, mentre Filippo, quale ex ferroviere, procedeva su rotaja, lui circolava su gomma, come autista di autobus delle linee urbane cittadine. Questo viaggiare su strade diverse si è riproposto anche nei rispettivi percorsi artistici: fotografo in bianconero Filippo, pittore dalla ricca gamma cromatica Luigi. Il suo stile s'inserisce nel solco tracciato dai maestri del primo Novecento, dove la paesaggistica ed il figurativo di stampo classico sono riproposti immersi nell'evanescenza e nell'immediatezza dei giuochi di luce introdotti dall'Impressionismo. I suoi quadri si caratterizzano per l'armonica fusione di toni caldi e freddi, che conferiscono alla scena un senso d'ordinata compostezza, non viziata, però, dal neo dell'immobilismo, bensì resa moderatamente vivace e dinamica dal segno lungo della sua pennellata. Le variegate fronde degli alberi, le figure umane e persino i muri delle case assumono così un sottile senso di movimento, che accarezza l'occhio dell'osservatore e gli evita di addentrare troppo su terreni cupi le riflessioni indottegli dall'umore di pacata nostalgia che ne permea le tele. L'invito finale è sempre lo stesso, valido per l'opera di ogni artista: non perdetevi l'occasione d'osservare i quadri di Luigi Riberti e d'interpretarli, filtrandoli attraverso la vostra ottica di vita. Meditate guardando l'orizzonte palpabilmente lontano dei suoi paesaggi marini, guardate se riuscite anche voi a cogliere da una certa distanza l'illusione motoria prodotta dalle lunghe strie dei suoi morbidi tocchi di spatola, e se ciò che vedrete corrisponderà almeno un poco a quanto propostovi da queste righe, sarò lieto di non aver tradito la fiducia d'un buon amico come Luigi e di chi ha avuto la bontà d'affidarmene la stesura.

Paolo Oneto

 
 

Rosanna Russel

Rosanna Russel, socia nativa di Serra Riccò, vive tutt'ora sulle alture di Pedemon-te, assieme al marito Nando ed a uno dei figli, Mirco. Trascorsa una vita di lavoro nell'ambito commerciale, Rosanna decide, alla "giovanile" (definizione sua) età di 55 anni, di riscoprire un suo grande amore dei tempi infantili: il disegno. A scuola aveva sempre brillato in questa ed in altre materie legate alla fantasia ed alla manualità, come l'economia domestica, perciò le tornò la voglia di mettersi a impiastricciare con i colori, giocando, stavolta, non più a caso, ma col criterio di chi abbia imparato il senso delle prospettive, l'esatto impiego delle tin-te calde e fredde e tutte le altre basi per la riproduzione pittorica della realtà. Fu così ch'ella bussò alle porte del ns. Circolo e seguì per un anno i corsi di Gianni Pisana, appren-dendo tutto il necessario per far esplodere il talento che covava in lei. Scoprì in particolare la pittura a spatola, molto più pregnante per un temperamento vivace come il suo, cimentandosi in opere pae-saggistiche di tipo post-impressionista, dipinte su tavole lignee ricavate da fette di tronco d'albero, dove spiccano cespugli fioriti dai petali che s'irradiano con vulcanica dirompenza in un pirotecnico tripudio di gialli e rossi e si notano delle personalissime strie nerastre che solcano sottilmente qua e là l'immagine, come gocce di pioggia cadente, creando un curioso effetto che intriga non poco l'oc-chio dell'osservatore, senza, però, snaturare o sfregiare l'insieme del quadro. Rosanna s'abbandonò allora al folle desiderio di partecipare a delle estemporanee, dove i suoi lavori ottennero unanimi consensi, consentendole d'ottenere un quinto ed un meritatissimo terzo posto. Chiunque altro avrebbe proseguito con calma su questa strada, cullandosi sugli allori che già ne cin-gevano il capo, ma lei no, perché la bambina curiosa, estroversa e bramosa di pasticciar qua e là con le manine che, come dissi all'inizio, permane tutt'ora in questa nonna d'ormai ben tre nipotini, nati dall'altra sua figlia, l'ha spinta a cercar di scoprire cose nuove. La troviamo così dedita alla cerami-ca, soprattutto alla decorazione a terzo fuoco, e poi al dècoupage, di cui ha appreso alcune tecniche, con le quali crea fantasiose cornici e piccoli oggetti d'arredo. A livello d'attività sociale, Rosanna ha partecipato spesso alle nostre mostre-mercato ed alle mostre d'arte organizzate dal Circolo, quale, ad esempio, l'ultima, "Sogni (d'arte) nel cassetto", allestita nei fondi Tudor della Villa Serra di Comago. Attualmente, sia l'impegno nell'aiutare la figlia alle prese coi tre bimbi, sia i fastidi procuratigli da vari problemi di salute che l'affliggono da tempo fanno sì che possa dedicarsi sempre meno alle sue attività d'artista, ma sono certo che prima o poi la voce di quella bambina che sapete tornerà a farsi sentire dal fondo del suo animo e vedremo Rosanna sorprenderci ancora con nuovi quadri o col lan-ciarsi in chissà quale altra espressione artistica. Tra i suoi sogni nel cassetto ci sarebbe lo scrivere un libro dedicato alle mille storie della sua vita: sarà forse questa, la nuova frontiera del mai domo estro di Rosanna Russel? Inutile stare a scervellarci: godiamoci i suoi lavori ed aspettiamo serafici come sa esser lei il mo-mento in cui saprà stupirci ancora.

Paolo Oneto